domenica 1 marzo 2009

RECENSIONE di Antonella Santarelli a ÉMILE ZOLA

Ecco il libro che avrei voluto leggere tanto tempo fa, quando, alla scoperta dei romanzi di Emile Zola, cercavo di saper qualcosa in più dell'autore e della sua enorme produzione letteraria. Ai tempi del Liceo, i testi di scuola contenevano appena un accenno su Zola e questo, in anni di forte contestazione, mi rendeva l'autore ancora più affascinante. Ho iniziato per caso a leggere Dietro la facciata e non riuscivo a credere che fosse stato un autore dell'ottocento a scrivere quel romanzo: la piccola borghesia, con i suoi vizi e manie, osservata nella paurosa e meschina quotidianeità.
Ho cercato, da quel momento, di leggere quanti più testi trovavo in circolazione, il secondo è stato Teresa Raquin, poi Nanà e tanti altri e dopo anni li ho riassaporati tutti con maggiore consapevolezza. Ben venga un saggio come quello di Giuseppe Panella: sarà utile e apprezzato da studiosi della letteratura e anche da chi, come semplice lettore, ama Zola, incredibile autore, capace di coniugare il metodo scientifico della sua epoca alla narrativa. Nei suoi romanzi, tutto viene descritto minuziosamente con l'atteggiamento dello studioso di fronte all'oggetto di osservazione: ambienti, contesti, la parabola di una famiglia e dei suoi componenti. Il mondo del proletariato che cerca il riscatto, l'alcolismo, feroce risposta all'abbrutimento causato dalle condizione di vita miserrime, tragedie personali e familiari causate da vili tradimenti e da vizi e annidati come cancri nefasti nell'animo umano. É un'intera società, quella francese che si proietta verso la fine dell'ottocento, a essere sviscerata in tutte le sue componenti: Zola applica con entusiasmo e fervore quanto le scienze naturali avevano consegnato alla nascente sociologia, il metodo dell'osservazione e della spiegazione.
Gli studiosi delle nascenti scienze sociali, non a caso, vissero in Francia nello stesso periodo, recependo l'eredità del Positivismo e l'entusiastica adesione al metodo delle scienze naturali. Emile Durkheim consacrerà, nel 1895, le Regole del Metodo Sociologico, partendo proprio dalla determinazione del concetto di "fatto sociale" da sottoporre all'osservazione e alla verifica.

Antonella Santarelli

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